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Home Libri Catalogo L’ultima curva
Zara Furio

L’ultima curva

Ci sono piloti che vincono, altri che restano nella Storia. Ma c’è un solo pilota che nel ricordo fa ancora battere il cuore. Ayrton Senna è stato l’ultimo mito di un’era romantica e sentimentale. Era un sognatore, dei sognatori aveva l’ingenuità e la ferocia. Teneva l’aura del predestinato, serbava la malinconia dell’eroe solitario, coltivava il fascino irresistibile di chi è di tutti senza appartenere mai a nessuno, offriva il profilo al destino che si stava compiendo. Raccontarlo oggi – scartando la banale contabilità dei trionfi – significa tornare a recitare un atto di fede nel campione, nell’uomo, nel suo sogno spezzato.
Il viaggio nel mistero di Ayrton comincia da una statua in un parco di Imola, tra frammenti di vita e rimandi letterari, mentre torna a galla la cronaca e prende forma la leggenda. Raccogliendo storie laterali che hanno sfiorato il suo destino, tornando a visitare i suoi luoghi, riaccendendo le suggestioni che egli stesso ha evocato siamo qui riannodare il filo di una storia unica. Lo sguardo che vaga in una foto rubata, un pomeriggio carico di troppe nuvole, la pioggia amica che consola la fatica, la voce prestata a un amico perduto nel sonno del coma, le solitudini apparecchiate per cena, il suono nascosto della sua macchina, il bianco tra una riga e l’altra della Bibbia che teneva sempre con sé. Dettagli che – come lampi nella memoria – illuminano la leggenda di Senna e ci restituiscono l’immagine definitiva del più fascinoso eroe del Circus. Fino al tragico epilogo. Una domenica di venticinque anni fa. A Imola. Alla curva del Tamburello. L’ultima curva.

Tre trionfi Mondiali – 1988, 1990, 1991 – 161 Gran premi, 41 vittorie, 65 pole position, 19 giri veloci, 80 podi. Questa contabilità dice molto, ma non tutto. Ayrton Senna è stato il regalo per un’intera generazione, quella che ha cavalcato l’ultima onda della F1 romantica e selvaggia, tra gli anni Ottanta e l’alba dei Novanta. In quel tempo lontano e bellissimo, Senna forgiava capolavori destinati a durare per sempre.


Autore
Zara Furio
Da vent’anni ha la fortuna di inseguire in giro per il mondo la scia luminosa della bellezza che nasce dal pallone. Ha visto dal vivo centinaia e centinaia di partite nei più grandi stadi del mondo ma anche in atolli di verde nei posti più impensabili. Ha seguito tre Mondiali, in Germania, Sudafrica, Brasile. È rimasto estasiato da tante magie, si è commosso davanti ad altrettante storie. E c’è sempre un pallone di mezzo. Le sue storie le trovate sul «Corriere dello Sport», «Repubblica», «Vanity Fair», «Avvenire», «Guerin Sportivo» e «Calciomercato.it». Ha scritto un bel po’ di libri, Bidoni è stato il primo ed è quello a cui è più affezionato perché ha dato inizio a un genere letterario-sportivo. Ha vinto premi prestigiosi, come il Coni-Ussi e il «Beppe Viola». Università e licei lo chiamano spesso a tenere lezioni su quella spettacolare macchina da sogni che è lo sport. Ogni volta lo emoziona sapere che c’è qualcuno che trova belle le storie che racconta. Ha il privilegio di raccontare il calcio anche alla radio, a L’Italia nel pallone di Radio Rai, e alla tivù, in due trasmissioni storiche della Rai, 90° Minuto e la Domenica Sportiva. Anche il solo immaginare di essere lì gli fa battere il cuore più forte. Gli piace pensare che il pallone – nel suo destino di rimbalzi – rifletta la meravigliosa armonia del mondo. Un grande poeta greco, si chiamava Omero e non giocava a calcio, ha scritto una cosa bellissima. «Non c’è gloria più grande per un uomo che mostrare la leggerezza dei suoi piedi.» I piedi ci portano ovunque, se ci assiste la leggerezza. Ma la fantasia arriva prima. Sappiate che non ha mai smesso di sognarlo, quel gol.

  • Collana: Le Boe
  • Prezzo: € 14
  • Confezione: BROSSURA
  • Ean: 9788893882071
  • Pagine: 176
  • Data di uscita: 18/04/2019

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