
Montalcini-Levi Rita
Senz’olio contro vento
Niente di meglio dell’espressione marinaresca del titolo può spiegare il tragitto mentale che ha portato la celebre scienziata a confrontarsi con dieci personaggi, amorosamente scelti fra le innumerevoli personalità da lei conosciute, accomunati dall’aver affrontato il mare dell’esistenza con coraggio e determinazione. Dal nipote Guido Montalcini, tragicamente segnato da una crudele malattia, al partigiano Giacomo Ulivi, fucilato non ancora ventenne in una piazza di Modena; dall’amica biologa Simonetta Tosi, morta di cancro, al sionista Enzo Sereni, scomparso a Dachau; dalla dermatologa Marcella Nazzaro all’architetto razionalista Giuseppe Pagano; da Vito Volterra a Max Delbrück; da una quasi sconosciuta poetessa, Maria De Laude, della quale si mettono in luce le eccezionali doti liriche, al caro amico Primo Levi, con cui la Montalcini intesse un commosso ideale colloquio. Rita Levi-Montalcini (1909-2012) dopo la laurea in medicina si dedica immediatamente allo studio del sistema nervoso, che però le viene precluso con la promulgazione delle leggi razziali del 1938. Nel 1947, invitata a proseguire i suoi studi negli Stati Uniti, vi si trasferirà e lì vivrà a lungo. Nel 1952 le sue ricerche la portano a identificare il fattore di crescita delle cellule nervose (noto con l’acronimo NGF), scoperta che le frutterà il premio Nobel nel 1986. Ha ricoperto prestigiose cariche accademiche e istituzionali, fra cui la presidenza dell’Istituto Europeo per la Ricerca sul Cervello (EBRI), da lei voluto per i giovani ricercatori, ed è stata senatrice a vita. La Fondazione omonima da lei creata nel 1992 insieme alla sorella Paola è attiva nell’aiuto per l’alfabetizzazione e l’istruzione delle giovani donne dei Paesi dell’Africa.
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