Ernesto e Alberto arrivano nel 1952 a Leticia, piccolo paese colombiano sul Rio delle Amazzoni. Qui trascorrono quindici giorni allenando una squadra di calcio fatta di soldati e campesinos convinti di essere la peggiore del Sudamerica. Ernesto insegna il football e l’importanza di essere una squadra utilizzando tanto la poesia quanto il modulo del Grande Torino, la cui fama ha fatto il giro del mondo. Ernesto se ne andrà per lasciare un segno nella storia. Quei giocatori, invece, famosi non lo diverranno mai, ma conserveranno per sempre il ricordo di quelle due incredibili settimane.
Independiente Sporting è una delle storie che dimostrano che lo sport può cambiare il mondo. Racconta di sogni, ideali, politica, libertà lungo tutto il Novecento. Dal dolore e dalle tragedie degli emigranti italiani che a inizio secolo attraversavano l’oceano per cercar fortuna in Argentina alla vergogna del Mondiale di calcio del 1978, quello del dittatore Jorge Rafael Videla, dei desaparecidos e delle madri della Plaza de Mayo.
Dentro a Independiente Sporting ci sono storie di calciatori e di soldati, di povera gente e di eroi, di poeti e di pazzi, di vittime e di carnefici. In mezzo c’è sempre un pallone di cuoio, marrone come il cioccolato e cucito a mano.
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