Wainer Molteni non avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe finito a dormire su un cartone. È successo. Non conosceva il significato della parola «fame». Lo ha scoperto. Non credeva si potesse vivere senza soldi e documenti. Lo ha fatto.
Dopo un’infanzia normale − sempre che «normale» significhi qualcosa − si è ritrovato per strada. Il caso, il destino, il dna. Fatto sta che ci è rimasto per otto anni. Dalle notti in discoteca alle code nelle mense, dal master in criminologia nella sede dell’Fbi a Quantico, in Virginia, al dormitorio pubblico di via Maggianico a Milano, dal «riso oro e zafferano» di Gualtiero Marchesi alla nascita di «Clochard alla riscossa», il primo sindacato dei senzacasa.
Io sono nessuno racconta la sua odissea. Potrebbe essere quella di ciascuno di noi.